La prima notizia relativa alla “costituzione di un archivio sopra la sagrestia” risale al 1809 e la si può rilevare a pag. 163v del Libro dei Procuratori. Con questa iniziativa fu possibile sistemare e conservare donazioni, atti testamentari, contratti di censo, testi liturgici, volumi sull’anagrafe parrocchiale quali battesimi, morti e matrimoni; censimenti delle anime, volumi sulla gestione finanziaria dei beni della chiesa, volumi dei Procuratori, testi delle capitolazioni, faldoni di manoscritti e stampati relativi a tanti anni di cause per l’affermazione della matricità preminenza, cause civili, corrispondenza, atti notarili, disposizioni ecclesiastiche e così via. Molte delle opere oggi conservate nell’Archivio sono state restaurate in modo da superare le avversità degli anni e del tempo. Volumi di pregio quali l’antifonario e il Martirologio risalenti alla fine del tredicesimo secolo trovano un posto speciale all’interno dell’Archivio.

Il susseguirsi delle stagioni e del tempo hanno sicuramente recato danno alla composizione dell’archivio con numerose perdite una tra tutte la scomparsa del CAENDARIO DEI MORTI approvato nel 1466 dal Vescovo di Sora Angelo Lupi (1464-1471).

Così si legge nella nota del notaio Bernardo Notarantonio dell’11 giugno 1746:

“Anno 1466, die 18 novembris in sacello Collegiatae Sanctae Matricis Eclesiae Arpini, som.us Angelus Episcopus soranus praesentem librum vidit et visitavit et laudem dedit” e viene così descritto: “Liber covertus cum charta papiracea compositus, intitolatus Libro dei Morti, libro doues annotano quei che moreno nella Parrocchia S. Maria di Civita d Arpino”.